In una recente indagine di Merkle riportata su marketing charts, vengono analizzati gli investimenti futuri in azioni che aiutino a identificare il cliente
Il filo conduttore è la ricerca e l’adozione di soluzioni che permettano di identificare il cliente come individuo per promuovere messaggi e proposte in linea con bisogni e interessi della persona e non in linea con bisogni e interessi di un segmento target.
Riprendendo un periodo storico affascinante sotto diversi punti di vista, il Rinascimento, si potrebbe parlare di umanesimo 5.0? L’uomo in quanto uomo e i cui comportamenti non dipendono esclusivamente da variabili esogene che lo identifichino e lo classifichino in tutte le sue azioni?
Le nuove tecnologie e gli algoritmi aiutano e supportano in questa nuova classificazione e identificazione, ma è anche vero che l’uomo è fatto di emozioni e le emozioni regolano il percepito di ogni cosa ci circonda. Legare il comportamento quotidiano alle emozioni che lo regolano o ad un profilo emotivo che lo motiva potrebbe essere la soluzione che ‘’intercetta ‘’ gli imprevisti o per lo meno che supporta nell’orientarsi nelle analisi e nelle scelte di marketing e comunicazione.
La componente emozionale è una variabile che andrebbe studiata e analizzata perché potrebbe essere la bussola che fa, ad esempio, aderire o meno ad un’iniziativa, aprire o cestinare una mail, accettare o rimandare un appuntamento. Al momento non ci sono studi che permettano di ‘’automatizzare’’ un qualche cosa che di natura non può essere automatizzato – l’emozione- ma è possibile profilare emotivamente dei clienti a livello campionario per generare stime inferenziali che leghino variabili emotive e variabili comportamentali dell’universo clienti.
Inoltre, se si aggiungono dati e analisi socio territoriali, la profilazione diventa ancora più precisa, creando un triangolazione informativa, ricca non solo di spunti deduttivi per interagire nell’immediato con il cliente, ma anche di spunti induttivi alla scoperta di nuove potenzialità di business.