Cosa significa essere sostenibili e quali sono le linee di adeguamento di imprese e banche per farsi trovare pronte tra obiettivi e nuove sfide imposti dagli obiettivi ESG? Che ruolo hanno i dati del territorio e le intelligenze artificiali e quanto pesano nella ricerca di ‘’soluzioni’ utili agli obiettivi marketing e alle pianificazioni commerciali?
Il tema della sostenibilità, entrato in un ordinario quotidiano da qualche anno e strettamente legato al mondo finanziario -senza flussi economici adeguati sarebbe impossibile pensare a cambiamenti imprenditoriali sostenibili- ha dato origine agli obiettivi ESG e introdotto compiti tutt’altro che agevoli per banche e istituti di credito che si devono ‘confrontare’ con la carenza di informazioni e lo sviluppo di analytics in grado di dare informazioni più dettagliate rispetto ai trend settoriali tipicamente utilizzati, soprattutto in riferimento ad aziende ePMIi non quotate.
Ma oltre al tema ‘puramente’ analitico esiste anche un tema di relazioni, ad esempio con aziende che hanno già introdotto investimenti inseriti nel contesto sostenibile e che possono agevolare le banche al dialogo con imprese non ancora allineate.
In questo contesto servono quindi strumenti in grado di mappare le imprese per individuare quelle in fase di evidente trasformazione, ma serve anche dotarsi di strumenti che siano in grado di localizzare in modo tempestivo l’andamento delle imprese, con informazioni specifiche su economie e territori, ad esempio con trend su attività aperte e chiuse, su imprese per settore in crescita o meno, dettagliando le caratteristiche socio economiche del territorio di riferimento, individuando indici di potenzialità o saturazione, che possono influenzare positivamente o negativamente lo sviluppo imprenditoriale. Senza tralasciare la velocità di cambiamento che è talmente elevata da rendere necessario dotarsi di sistemi di intelligenza artificiale in grado di individuare le connessioni tra i dati e estrapolare le giuste informazioni sia attuali sia predittive. Ciò risulta particolarmente vero se le banche dovranno in futuro selezionare la loro clientela anche in base a criteri di sostenibilità. Ma, ovviamente, l’importanza della conoscenza dei dati territoriali in ottica prospettica trascende la necessità di adeguarsi alla normativa. Se è vero, infatti, che la tecnologia ha ridimensionato il ruolo della localizzazione nell’offerta di servizi bancari e nella gestione delle relazioni di clientela, pur non eliminandolo del tutto, è anche vero che i clienti delle banche operano in territori definiti, soprattutto nel contesto italiano, dove prevalgono le piccole e medie imprese. Di conseguenza, riuscire a percepire come si stanno evolvendo i contesti territoriali in cui operano i clienti è un presupposto fondamentale per poter definire obiettivi di budget e di sviluppo reddituale delle banche. In altre parole, senza conoscere i trend di sviluppo dei territori in cui operano i loro clienti le banche non potrebbero elaborare piani commerciali e industriali affidabili.
In altro aspetto, è opportuno ricordare che finora il dibattito sulla sostenibilità si è prevalentemente concentrato sulla E dell’acronimo ESG e cioè l’ambiente. Se vogliamo rispettare le finalità sottese dall’acronimo non possiamo dimenticare la necessità di supportare lo sviluppo sociale della collettività. Evidentemente, questa finalità non può essere perseguita senza una conoscenza approfondita delle caratteristiche e dei trend di sviluppo dei territori in cui opera la clientela delle banche. In altre parole, se le banche vogliono supportare finanziariamente la sostenibilità dovranno preoccuparsi di capire come il loro intervento può contribuire allo sviluppo socio-economico delle collettività servite. E ciò richiede una profonda e dettagliata conoscenza dei dati territoriali.